Chi è il commercialista?

Chi è il commercialista?

Riflessione sull’evoluzione della professione del commercialista.

La figura del commercialista è cambiata molto negli ultimi anni. Sono aumentate le sue competenze, ma anche le responsabilità. Cosa vuol dire oggi essere un commercialista?

Essere commercialista oggi vuol dire essere complementare al proprio cliente, saperlo assistere non solo dal punto di vista giuridico e fiscale ma soprattutto nell’adozione di nuove strategie da mettere a punto per migliorare il proprio business.

Non siamo più solo i tenutari a valle della contabilità aziendale, ma anche i consulenti a monte: conosciamo il business e i suoi movimenti, per questo siamo in grado di accompagnare il cliente e di essergli, appunto, complementari.

In questo clima di cambiamento, sia a livello politico che socio-economico, qual è il contributo che il commercialista potrebbe dare al Paese?

Il contributo è altissimo, il commercialista sostiene tutti e tre i settori macroeconomici, ne conosce le leve e quindi il suo contributo è ampio, teso allo sviluppo dell’intero contesto socio-economico del Paese, conosce le dinamiche per aumentare il Pil, ma anche le dinamiche della società. Direi quasi che è quasi un contributo sociale quello che può fornire.

Una corretta e approfondita analisi di bilancio può determinare il futuro di un’azienda. Quanto pesano la formazione e l’aggiornamento nell’indirizzare correttamente i clienti nella gestione del loro patrimonio e della loro attività?

La formazione è oramai una parte fondamentale per la persona, uno stimolo per accrescere le proprie competenze durante tutta la vita. L’ambito della professione si è ampliato e per questo oggi è imprescindibile non solo aggiornarsi sulle tematiche note, ma anche esplorarne di nuove e innovative. Formarsi vuol dire aprire gli occhi verso nuovi orizzonti e nuove proposte da fare ai clienti.

Contrariamente a quello che si temeva, le novità normative e tecnologiche degli ultimi anni (fatturazione elettronica, 730 precompilato, ecc.) non hanno annullato il ruolo del commercialista, al contrario ne hanno aumentato il lavoro poiché deve intervenire su ritardi, blocchi e pecche del sistema. Cosa serve per migliorare il rapporto con la PA?

I commercialisti sapevano che la tecnologia non li avrebbe cancellati e che anzi ne avrebbe rafforzato le conoscenze e la professionalità: la tecnologia compie le azioni ripetitive, ma la “personalizzazione della prestazione professionale” non può essere contenuta in una stringa.

Per il resto servirebbe quasi una nuova Pa. Serve un approccio diverso sia da parte dei professionisti che da parte della PA, che deve vestirsi di un vestito che non sia solo di controllore, ma di supporto alla crescita del Paese. Fino a quando la burocrazia italiana non avrà invertito l’obiettivo che si prefigge, il Paese avrà un gap difficile da superare.

Alla tecnologia e ai software è stato demandato gran parte del lavoro ripetitivo e routinario dell’attività, lasciando al commercialista più tempo per dedicarsi all’attività di consulenza. Quali sono i servizi che permetteranno al commercialista di aumentare le possibilità di business?

Nel futuro il commercialista avrà sempre più una funzione di analisi accurata del sistema qualitativo dell’azienda e di proposta strategica. Suggerirà nuove modalità di governance e  modelli di business per indirizzare l’imprenditore verso gli sbocchi e i mercati del futuro. 

La sostenibilità viene vista oggi prevalentemente come una materia che riguarda l’economia circolare, in realtà è un sistema per migliore anche gli aspetti sociali e organizzativi di un’azienda e solo il commercialista può far comprendere al proprio cliente, quali sono i goal e le caratteristiche che deve mettere in campo per avere gli indicatori richiesti dalla direttiva. Il commercialista può, e deve, cogliere questa opportunità trovandosi proprio in mezzo tra gli obiettivi del legislatore e le esigenze del mondo reale.

Fra le priorità delle aziende, il pagamento delle imposte non è nei primi posti. Tra i bisogni primari c’è la necessità di trovare clienti, l’organizzazione dei settori produttivi, l’attività di controllo e revisione e la ristrutturazione dei debiti. L’imprenditore vuole al suo fianco un professionista che lo affianchi nella gestione aziendale. Sarà questa la nuova veste del commercialista? 

Assolutamente sì, non sarà più il commercialista che si occupa solo di calcolare le imposte, ma un consulente economico che condivide con il cliente gli obiettivi e anzi li individua.

Nell’ambito della consulenza finanziaria il commercialista può giocare un ruolo fondamentale, pensiamo per esempio ai passaggi generazionali nelle aziende a gestione familiare, dove diventa un punto di raccordo tra i proprietari e gli asset finanziari. La fiducia e le relazioni sono ancora alla base dell’attività professionale?

 

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.

Verificato da MonsterInsights